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Meditazione e Grazia Divina: quando l’ego si dissolve nel Sé

14 Luglio 2025 by

gianluigi costa

Il vero Samadhi non dipende da te

Spesso si pensa che meditare significhi semplicemente sedersi, chiudere gli occhi, osservare il respiro, ripetere un mantra o visualizzare immagini interiori. Ma tutto questo, in realtà, non è la meditazione in sé: sono tecniche meditative, strumenti. La meditazione autentica – ciò che in sanscrito si chiama Dhyāna – è uno stato dell’essere, non un’azione.

È lo stato che può manifestarsi come conseguenza della pratica costante, devota, profonda. È il silenzio che emerge dopo la musica, il vuoto che rimane dopo che tutte le parole si sono spente. È l’annullamento dell’ego, la dissoluzione dei confini mentali, la fusione con il Sé superiore, con la Coscienza cosmica, con il Divino.

Il percorso

Arrivare a questo stato di unione (Samādhi) non è merito della sola tecnica. È frutto di un cammino spirituale che include la meditazione, sì, ma anche il Karma Yoga, il servizio disinteressato, l’abbandono, la devozione, l’amore. Tutto ciò crea un terreno fertile, prepara, purifica. Ma il vero salto di coscienza avviene solo quando si manifesta qualcosa che non possiamo “fare”: la Grazia divina.

Tutto succede

Molti raccontano di aver passato anni in meditazione, ogni giorno, per ore. Ma la mente restava attiva, il flusso dei pensieri incessante. Poi, magari in un momento di resa – mentre si osservava un tramonto, ascoltando il silenzio di un fiume, o semplicemente lasciandosi andare – qualcosa accade. All’improvviso, senza sforzo, la mente si placa, l’ego si dissolve, e ci si ritrova immersi in un silenzio eterno. In quell’istante si sperimenta la verità: siamo Uno con il Divino.

Non accade per forza durante la pratica meditativa. Può accadere al di fuori della tecnica, ma come conseguenza dell’impegno, del Karma positivo generato dalla nostra dedizione. È allora che si manifesta la Grazia. È Lei che ci porta oltre. È Lei che spalanca le porte del Sé.

E questa Grazia può arrivare anche tramite il Guru. Ma attenzione: la Grazia del Guru e la Grazia divina, in verità, sono la stessa cosa.

Solo per Grazia

Nel percorso spirituale dobbiamo ricordare un punto essenziale: nulla è veramente nelle nostre mani. Sì, possiamo impegnarci, possiamo agire, possiamo scegliere. Ma tutto ciò avviene come parte di una grande rappresentazione cosmica. Siamo attori su un palcoscenico, e anche se recitiamo bene, il momento in cui si alza il sipario della coscienza… non dipende da noi.

Ecco perché l’umiltà è fondamentale. L’impegno è necessario, ma l’idea che “tutto dipenda da me” è l’ultima illusione dell’ego. Pensare che i risultati siano esclusivamente frutto del proprio sforzo spirituale significa alimentare l’orgoglio spirituale – una delle trappole più sottili del cammino.

Nulla si muove nell’universo, neanche un filo d’erba che si piega al vento, senza la Grazia divina.

Per questo motivo, impegniamoci con tutto il cuore. Mettiamoci il 100%, il 200%, il 300%… ma senza attaccamento ai risultati, senza credere di essere i protagonisti assoluti del nostro risveglio. Perché è solo quando l’ego si dissolve completamente che la Grazia può fluire e portarci alla nostra vera essenza.

E quella essenza… è Silenzio, è Amore, è Unione.

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