Prima di Un Trattamento Reiki si deve Formulare una Preghiera?

La preparazione a un trattamento Reiki

Ciao a tutti! Oggi voglio parlare di un argomento che mi sta particolarmente a cuore: la preparazione a un trattamento Reiki. Insegno Reiki tradizionale giapponese e, purtroppo, in Italia siamo in pochi a farlo. La maggior parte degli insegnamenti diffusi qui derivano dal Reiki occidentale introdotto dalla signora Hawayo Takata, che ha modificato il metodo originale. Con il tempo, ulteriori cambiamenti hanno portato molte varianti che, se da un lato hanno reso il Reiki più accessibile, dall’altro si sono allontanate dalle sue radici autentiche.

Molte persone che hanno appreso il Reiki occidentale vengono da me per ripetere i seminari, spesso raccontandomi le pratiche e le indicazioni ricevute. Tra queste, una delle più comuni riguarda ciò che viene richiesto prima di iniziare un trattamento. Vorrei approfondire questo aspetto, facendo un confronto tra il metodo occidentale e quello tradizionale giapponese.

Prepararsi al trattamento: cuore o meditazione?

Nel Reiki occidentale, la preparazione al trattamento spesso include un momento di “centratura” sul cuore. Questo gesto simbolico richiama il concetto di amore e pace, il che è sicuramente positivo. Tuttavia, nel Reiki tradizionale giapponese si segue un approccio diverso: la preparazione avviene attraverso una meditazione propedeutica. Questo permette di creare condizioni ideali, sia mentali che energetiche, per il trattamento.

Chiedere l’aiuto di entità superiori

Un’altra pratica comune nel Reiki occidentale è la richiesta di aiuto ad angeli, spiriti guida o maestri. Di per sé, questo gesto non è dannoso, ma è davvero necessario? Il Reiki, per sua natura, ci insegna che siamo noi i canali dell’energia universale. Non è il richiamo a entità superiori che migliora la qualità dell’energia canalizzata, bensì il nostro stato di coscienza, la nostra capacità di innalzare le frequenze e di entrare in risonanza con l’energia stessa.

La legge di risonanza – “simile attrae simile” – governa il flusso energetico. Per questo motivo, il miglior modo per canalizzare l’energia universale è lavorare su di noi, sulla nostra purezza come canali. Affidarsi unicamente a figure esterne, come angeli o spiriti guida, rischia di creare confusione e di distanziarci dall’essenza stessa del Reiki.

Una preparazione autentica

Secondo il metodo Reiki tradizionale giapponese, una preparazione efficace inizia con la meditazione. Questo ci aiuta a raggiungere uno stato di pace interiore, distacco mentale e assenza di manipolazione energetica. Se sentite comunque il bisogno di formulare una preghiera o una richiesta, potrebbe avere più senso rivolgersi direttamente all’energia Reiki.

Un esempio di formula potrebbe essere: “Chiedo all’energia, alla luce e all’amore di Reiki di rendermi un canale perfetto affinché il suo divino nutrimento scorra in me nella sua forma più pura, per il massimo bene di [nome della persona trattata].”

Questa richiesta riconosce i nostri limiti umani e ci predispone a essere canali puri, in grado di trasmettere un’energia di qualità elevata senza interferenze.

Rispettare la tradizione

Reiki è un metodo codificato dal maestro Usui, e il suo insegnamento originale non include il coinvolgimento di angeli, spiriti guida o altre entità. Mantenere il metodo puro significa rispettarne l’autenticità e comprenderne la filosofia: noi siamo semplicemente canali dell’energia universale, che è intelligente e divina per natura.

Il miglior modo per prepararsi a un trattamento Reiki è dunque lavorare su noi stessi: attraverso la meditazione, possiamo mettere da parte l’ego e creare le condizioni ideali per lasciare che l’energia fluisca liberamente e senza manipolazioni.

Una riflessione finale

In conclusione, sebbene non ci sia nulla di “sbagliato” nel rivolgersi a entità superiori, è importante comprendere che non sono queste a determinare la qualità dell’energia canalizzata. Il nostro lavoro come operatori Reiki è quello di prepararci interiormente, di affinare il nostro stato di presenza e di fidarci dell’energia universale.

Rispettare la tradizione e mantenerci neutrali non solo onora gli insegnamenti originali del Reiki, ma ci permette anche di vivere un’esperienza più autentica e profonda.