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Approfondimenti primo livello Reiki

27 Ottobre 2014 by Gianluigi Costa

Molte persone ritengono che il secondo o terzo livello di Reiki siano più importanti o efficaci del primo livello, ma questa percezione non è del tutto precisa.

Il primo livello è il più cruciale tra tutti, poiché in esso vengono gettate le fondamenta della disciplina. Come sottolineo costantemente nei miei corsi di Reiki, il primo livello è dedicato all’apprendimento dell’arte del “non fare”.

Il non fare

Cos’è l’arte del “non fare”? In apparenza, potrebbe sembrare la cosa più semplice al mondo, cioè affidarsi completamente all’energia. Ciò che rende il primo livello così speciale è il fatto che, avendo posizioni prestabilite per eseguire i trattamenti, ci si libera dalla responsabilità di dover scegliere o determinare come intervenire sulle persone che ricevono il trattamento. Mikao Usui ha creato una sequenza di posizioni fisse, indipendentemente dalle problematiche che si stanno affrontando. Questa sequenza tocca tutti i punti, gli organi, i centri e i canali energetici del corpo umano. L’unica aggiunta che facciamo è l’imposizione delle mani sulla parte malata alla fine della sequenza.

L’Energia è intelligente

Come sappiamo bene, l’energia del Reiki è intelligente, poiché è l’energia responsabile dell’esistenza di tutto nell’universo, una manifestazione della pura coscienza cosmica che ha creato, generato e sostiene l’universo.

Con questa consapevolezza, l’operatore Reiki non deve compiere alcuna azione, se non porre semplicemente le mani sulle posizioni prestabilite e consentire all’energia di fluire liberamente. Quando si afferma “non fare nulla”, si intende proprio questo, cioè non imporre pensieri durante il trattamento. Ad esempio, durante un trattamento, se la persona sta avvertendo dolore allo stomaco, l’operatore non deve pensare che l’energia debba lavorare su quell’area specifica o che debba far passare il dolore. Questo influenzerebbe l’energia stessa, poiché l’energia segue sempre e comunque il pensiero (il libero arbitrio). Tale comportamento mentale limiterebbe l’efficacia dell’energia. Molte problematiche fisiche, come ben sappiamo, hanno un’origine psicosomatica e spirituale. Pertanto, se l’operatore Reiki indirizza l’energia durante il trattamento o inserisce un’intenzione, questo limita il campo d’azione dell’energia, indirizzandola solo verso l’area specifica e tralasciando le cause psicospirituali che hanno generato il problema.

L’impotanza della meditazione

Tuttavia, Usui ci ha fornito uno strumento fondamentale per imparare a tenere la mente fuori dal trattamento: la “meditazione”. La meditazione non solo ci apporta innumerevoli benefici per la crescita spirituale, ma è anche fondamentale per liberare la mente (l’ego) durante i trattamenti Reiki. Solo coloro che hanno raggiunto un buon livello di abilità meditative saranno in grado di mantenere una mente neutrale durante i trattamenti Reiki. Come ho spiegato in altre sezioni del sito, un vero aspirante spirituale dovrebbe lavorare quotidianamente su tre aspetti fondamentali: il servizio disinteressato o Karma Yoga, il controllo della mente e la meditazione. Il trattamento Reiki dovrebbe essere il momento in cui questi tre aspetti si uniscono per permettere all’operatore di diventare il miglior canale possibile per l’energia.

Il fatto che il primo livello abbia posizioni prestabilite è una risorsa che ci insegna a “non fare” in modo ancor più efficace. Ci aiuta ad allenare la mente a essere solamente un osservatore esterno, senza giudizio e senza aspettative.

Solo dopo aver acquisito questa consapevolezza e la capacità di mantenere la mente neutra dovremmo pensare a intraprendere il secondo livello di Reiki. In questo modo saremo in grado di comprendere e utilizzare in modo consapevole tutte le tecniche del secondo livello.

Passare al secondo livello non significa abbandonare le tecniche del primo, ma solo acquisire ulteriori strumenti per lavorare su noi stessi e quindi migliorare ed aumentare l’efficacia dei trattamenti.

Non dimentichiamoci mai del vero obiettivo del Reiki, “l’Anshin Ritsumei”: la pace interiore assoluta.

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