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Eutanasia e spiritualità

11 Dicembre 2014 by Gianluigi Costa

La dolce morte è funzionale all’evoluzione dell’anima?

In questo articolo cercherò in modo semplice di affrontare il delicatissimo tema dell’eutanasia secondo gli insegnamenti dei più grandi maestri spirituali.

Sono diversi anni che il tema dell’eutanasia viene discusso e come ben sappiamo le opinioni sono come sempre contrastanti. Politici, società civile e religioni hanno opinioni al loro stesso interno contrastanti.

I sostenitori

Se guardiamo l’argomento dal punto di vista dei sostenitori dell’eutanasia che affermano il diritto di libera scelta del malato di decidere se interrompere la propria vita, come non dargli ragione. Credo che il diritto di scelta e la possibilità di esercitare il libero arbitrio sia un diritto per tutti quanti noi.

Da questo punto di vista dare la possibilità ad un malato senza una oggettiva possibilità di guarigione afflitto da una grande sofferenza di decidere di seguire il percorso della dolce morte potrebbe essere interpretato come un grande atto di amore.

Molto spesso i parenti stessi del malato approvano la scelta dello stesso e si battono affinchè sia data questa possibilità come un atto di amore  e libertà di scelta individuale. Argomentazione assolutamente condivisibile io stesso se mi limito all’osservazione della sofferenza senza possibilità di guarigione sarei propenso all’eutanasia.

La religione

Le religioni affermano che l’eutanasia è inconcepibile in quanto nessuno ha il diritto di interrompere una vita umana donata dal Signore, solo Lui può decidere come e quando una persona debba morire in quanto la vita è il più grande dono di amore che ci sia stato fatto dal creatore.  Anche qui se mi soffermo solamente a questo punto di vista non posso che essere d’accordo con questa teoria.

Ma, entrambe sono motivazioni limitate oltre che in palese contrasto tra di loro. Questo tipo di situazioni si vengono a creare quando manca una visione completa della realtà, in entrambi i punti di vista manca la conoscenza corretta che li porterebbe entrambi con la stessa motivazione dell’amore a fare a scelta giusta dettata dalla corretta consapevolezza.

Karma

Non possiamo non tener presente due aspetti fondamentali strettamente legati e consequenziali che sono il karma e la reincarnazione. Nel momenti in cui abbiamo conoscenza di queste due realtà spirituali, non possiamo che arrivare per amore a prendere tutti la stessa decisione. Per approfondire karma e reincarnazione ti consiglio questo video: Karma e reincarnazione.

Come sappiamo secondo la teoria della karma la stessa malattia è per l’appunto un’esperienza karmica che il malato deve fare. Pertanto se togliamo a quest’anima la possibilità di esaurire completamente il karma determinate la malattia attraverso l’interruzione anticipata della vita per mezzo dell’eutanasia non facciamo altro che posticipare quest’esperienza alla vita successiva di quest’anima.

Il cammino dell’anima

Come ci insegnano i maestri nel susseguirsi di vite il camino dell’anima è lineare. Facciamo un esempio, se un’anima muore da alcolista, nella successiva incarnazione sarà sicuramente ancora alcolista, e questa propensione caratteriale (vasana) continuerà all’infinito fino a quando il soggetto in questine non riuscirà a superare questa dipendenza. Nel caso del processo karmico legato alla malattia qualora il soggetto non esaurisca completamente questa esperienza se la ritroverà come l’ombra che segue il corpo.

Alla luce di questa informazioni forse il miglior atto d’amore che possiamo fare è assistere il malato con tutti il nostro cuore e con tutti i mezzi possibili per cercare di alleviare la sua sofferenza fisica, mentale e spirituale, ma lasciare che la vita (karma) faccia il suo naturale corso fino alla morte così come deve essere.

Conclusione

Per concludere potremmo dire che seppur le varie teorie hanno l’amore come motivazione, lo stesso amore dovrebbe essere non solo una forte sentimento, ma un sentimento consapevole dato dalla conoscenza del funzionamento delle leggi universale che Dio ha creato con il suo infinito amore lasciandoci sempre e comunque liberi di scegliere qualsiasi direzione da dare alla nostra vita, ma con la consapevolezza che qualsiasi nostra scelta porterà inevitabilmente ad una reazione.

Tale reazione se la scelta è stata motivata dalla giusta consapevolezza sarà utile e positiva per velocizzare la nostra evoluzione, in caso contrario sarà sempre utile e positiva, in quanto lo stesso karma (esperienza di vita) anche nella scelta non consapevole ci porterà inevitabilmente alla giusta comprensione e scelta, in questo caso allungando indefinitamente il processo evolutivo.

Eutanasia e spiritualità

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5 thoughts on “Eutanasia e spiritualità

  1. Ciao, sono un infermiera e lavoro in un reparto di cure palliative a fine vita, e nelle ore notturne sono responsabile del reparto adiacente di p.ti in stato vegetativo. Personalmente trovo molto interessante l’articolo. Sono 16 anni che lavoro accanto ai morenti, e le vere richieste di eutanasia sono state 2 o 3. L’ultima lezione da imparare per moltissimi, e quella di saper ricevere. Lezione durissima. Nella cura e nel prendersi cura questa svolta diventa realtà, anche per noi curanti questo giornaliero con-tatto ci dà modo di imparare dai nostri pazienti, nostri grandi maestri. Diverso è il discorso negli stati vegetativi, dove la relazione è molto più intima e si verifica a livelli profondi. … il linguaggio del corpo è basilare… il corpo come grande veicolo di spirito e del sapere, sa dirci quando la terapia diventa accanimento… ma non mi dilungo. Grazie per questa opportunità.

  2. Articolo molto interessante. Devo dire che io sono favorevole all’eutanasia , questo articolo pero’ mi da da pensare..
    Leggendo il commento di Giuseppina (Grazie per le cure verso i malati termianli..) mi e’ venuta la curiosita’ di sapere
    cosa ne pensa Gianluigi Costa sull’accaniamento terapeutico.(Io in questo ne sono estremamente contrario)
    Grazie a Gianluigi se mi vorra’ rispondere. (Se non rispondera’ grazie infinite lo stesso..)

    1. L’accanimento terapeutico è sicuramente fuori luogo è inutile allungare la sofferenza quando si sa bene che non ci sono speranze (questa è la risposta logica). Però dobbiamo avere sempre una visione molto più ampia. se un’anima si trova a fare questa esperienza è sicuramente legata al suo Karma. Questo comunque non giustifica chi attua l’accanimento terapeutico che a sua volta si creerà una bella dose di Karma negativo. Ma, dobbiamo tenere presente che l’universo nel suo perfetto funzionamento governato dalla legge di risonanza (è una delle leggi che governano il karma) fa incontrare al posto ed al momento giusto vittima e carnefice.

  3. Grazie i suoi articoli Gianluigi sono molto interessanti e mi accompagnano nella crescita personale che ho intrarpreso.
    Namastè

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